Tutti i lavoratori dipendenti hanno diritto, nel momento in cui ricevono la retribuzione, alla consegna, da parte del datore di lavoro, di un cedolino paga, o busta paga: si tratta di un prospetto che ha la funzione di documentare quanto il lavoratore riceve in un dato periodo, da parte di un determinato datore lavoro, in base alle previsioni del Contratto collettivo nazionale di lavoro applicato.
Nella busta paga sono indicati, oltre ai dati relativi al datore, al lavoratore ed al rapporto di lavoro, le competenze spettanti al dipendente (lavoro ordinario, straordinario, indennità…) e le trattenute effettuate (contributi Inps, imposte, contributi sindacali…). Inoltre, il cedolino può recare ulteriori indicazioni, come i riepilogativi annui relativi a imponibili e trattenute, ferie e permessi.
Ma, nello specifico, come si legge la busta paga?
Osserviamo un resoconto dettagliato delle principali voci che compongono il prospetto paga, e cerchiamo di capire come si arriva dal lordo al netto in busta.
Bisogna ad ogni modo tener presente che le voci che compongono la busta paga non sono uguali per tutti, ma possono variare a seconda delle previsioni del contratto collettivo.
Considerando che, con l’obbligo di redigere il Libro unico del lavoro, sono stati aboliti i libri paga e matricola, il datore di lavoro non è obbligato a predisporre un prospetto paga a parte, oltre al Lul: se lo predispone, però, pur essendo libero di adottare il modello che preferisce (nel rispetto delle previsioni della legge sulla busta paga), non può riportare dati differenti rispetto a quelli registrati nel Libro unico del lavoro.
Nella busta paga sono indicati, oltre ai dati relativi al datore, al lavoratore ed al rapporto di lavoro, le competenze spettanti al dipendente (lavoro ordinario, straordinario, indennità…) e le trattenute effettuate (contributi Inps, imposte, contributi sindacali…). Inoltre, il cedolino può recare ulteriori indicazioni, come i riepilogativi annui relativi a imponibili e trattenute, ferie e permessi.
Ma, nello specifico, come si legge la busta paga?
Osserviamo un resoconto dettagliato delle principali voci che compongono il prospetto paga, e cerchiamo di capire come si arriva dal lordo al netto in busta.
Bisogna ad ogni modo tener presente che le voci che compongono la busta paga non sono uguali per tutti, ma possono variare a seconda delle previsioni del contratto collettivo.
Considerando che, con l’obbligo di redigere il Libro unico del lavoro, sono stati aboliti i libri paga e matricola, il datore di lavoro non è obbligato a predisporre un prospetto paga a parte, oltre al Lul: se lo predispone, però, pur essendo libero di adottare il modello che preferisce (nel rispetto delle previsioni della legge sulla busta paga), non può riportare dati differenti rispetto a quelli registrati nel Libro unico del lavoro.
Quali dati devono essere indicati nella busta paga?
La legge prevede i dati fondamentali che devono essere indicati nel prospetto paga, ai quali possono esserne aggiunti di ulteriori:
Nel prospetto paga devono essere indicati (L. 4/53):
Il prospetto paga deve riportare la firma, la sigla o il timbro del datore di lavoro.
La busta paga deve essere numerata ed indicare il periodo a cui si riferisce la retribuzione; se in luogo del cedolino paga sono utilizzate le scritturazioni del Lul, devono essere indicati, oltre al numero del foglio, il numero di autorizzazione del tracciato ed il numero dell’autorizzazione alla numerazione unica.
Nel prospetto paga devono essere indicati (L. 4/53):
- dati del lavoratore: nome, cognome, codice fiscale, qualifica professionale;
- periodo di paga a cui la retribuzione si riferisce;
- competenze spettanti, come retribuzione base, rimborsi, indennità a carico di istituti previdenziali, premi, arretrati;
- trattenute effettuate, come contributi previdenziali e assistenziali a carico del lavoratore, imposte trattenute, ritenute per pignoramento o cessione del quinto della retribuzione, restituzione di importi non dovuti.
Il prospetto paga deve riportare la firma, la sigla o il timbro del datore di lavoro.
La busta paga deve essere numerata ed indicare il periodo a cui si riferisce la retribuzione; se in luogo del cedolino paga sono utilizzate le scritturazioni del Lul, devono essere indicati, oltre al numero del foglio, il numero di autorizzazione del tracciato ed il numero dell’autorizzazione alla numerazione unica.
Dati del frontespizio della busta paga
Normalmente, nel frontespizio del cedolino paga sono indicate le seguenti informazioni:
- dati identificativi del datore di lavoro: denominazione, indirizzo, codice fiscale, partita Iva;
- periodo di paga: in base alle previsioni dei contratti collettivi nazionali di lavoro, il periodo di paga può essere giornaliero, settimanale, quattordicinale, quindicinale, mensile;
- numero del foglio: deve essere obbligatoriamente indicato se in luogo della busta paga è consegnata copia delle scritturazioni del Libro unico del lavoro;
- numero e data di autorizzazione del tracciato (solitamente rilasciati alla software house che ha realizzato il programma paghe): devono essere obbligatoriamente indicati se in luogo della busta paga è consegnata copia delle scritturazioni del Libro unico del lavoro;
- numero e data di autorizzazione alla numerazione unica (se la tenuta del Lul è delegata a un intermediario che adotta un’unica numerazione per tutte le ditte in delega): devono essere obbligatoriamente indicati se in luogo della busta paga è consegnata copia delle scritturazioni del Libro unico del lavoro.
Parte superiore della busta paga
Nella parte superiore del cedolino paga sono esposti i seguenti dati:
- posizione Inps: è il numero di matricola del datore di lavoro;
- codice statistico contributivo (Csc): è un codice attribuito dall’Inps che indica il ramo assicurativo, la classe e la categoria di appartenenza del datore di lavoro;
- posizione Inail: indica il numero di Pat (posizione assicurativa territoriale) assegnata al datore di lavoro dall’Inail, corrispondente alla lavorazione svolta dal dipendente;
- voci Inail: indica le voci Inail relative alle mansioni svolte dal dipendente, sulle cui basi è determinato il tasso di premio (ad es. 0722: amministrazione);
- generalità del dipendente: cognome, nome, codice fiscale, indirizzo, data e luogo di nascita;
- data di assunzione ed eventuale data di assunzione convenzionale (se gli effetti collegati all’anzianità di servizio si vogliono far decorrere da una data antecedente all’effettiva data di assunzione);
- data di cessazione: quest’informazione è presente normalmente nell’ultima busta paga consegnata al dipendente, cessato il rapporto;
- scatti di anzianità maturati e data di maturazione dello scatto di anzianità successivo;
- qualifica del dipendente, ad esempio dirigente, quadro, impiegato, operaio;
- professione Istat: si tratta delle effettive mansioni affidate al dipendente, corrispondenti alla qualifica professionale indicata nel modello Co Unilav inviato dai servizi per l’impiego;
- livello: si tratta del livello d’inquadramento del dipendente, assegnato in base alle mansioni ed all’esperienza, secondo le regole del Ccnl applicato;
- codice tipo contribuzione: assegnato dall’Inps, il dato individua i dipendenti che presentano particolarità contributive (ad es. codice 55 per i dipendenti che fruiscono dello sgravio contributivo donne e over 50 disoccupati);
- percentuale di lavoro part-time: indica, in misura percentuale, la riduzione dell’orario lavorativo rispetto all’orario ordinario full time fissato dal Ccnl;
- ore settimanali: il dato indica l’orario ordinario settimanale previsto dal contratto collettivo applicato;
- ore Ccnl: indica il divisore mensile orario del contratto collettivo applicato al dipendente;
- giorni Ccnl: indica il divisore mensile giornaliero del contratto collettivo applicato al dipendente;
- retribuzione globale di fatto: comprende tutti gli elementi retributivi che il lavoratore percepisce con continuità nel tempo, quali ad esempio:
- paga base;
- minimo tabellare;
- indennità di contingenza;
- Edr;
- terzo elemento;
- assegni ad personam;
- indennità di varia tipologia;
- retribuzione di merito;
- scatti di anzianità.
Competenze indicate nella busta paga
Nel corpo, cioè nella parte centrale della busta paga, sono solitamente riportate le competenze spettanti al lavoratore, cioè tutte le componenti positive:
Per ogni voce che compone la busta paga sono indicati, oltre al codice identificativo ed alla descrizione:
- retribuzione globale di fatto;
- compensi e maggiorazioni per lavoro straordinario o supplementare;
- retribuzione per ferie godute o permessi goduti; indennità per permessi non goduti o ferie non godute (aggiuntive rispetto alle 4 settimane previste dal decreto sull’orario di lavoro);
- retribuzione per festività godute o non godute- cadenti di domenica (solitamente pari alla retribuzione giornaliera);
- assegni al nucleo familiare Anf: è una prestazione, a favore del lavoratore, volta al sostegno economico della famiglia, erogata dall’Inps ma anticipata dall’azienda in busta paga; qui la Guida agli assegni familiari;
- competenze a carico di terzi: ad esempio, indennità di malattia o di maternità corrisposte dall’Inps;
- ratei o corresponsione intera di mensilità aggiuntive, come tredicesima e quattordicesima;
- rimborsi: è necessario annotare anche i rimborsi spese esenti da tasse e contributi ed indicare sia i rimborsi forfettari che quelli analitici, compresi i rimborsi cumulativi di spese effettuate in missioni collettive, purché fiscalmente documentati; non bisogna invece indicare i rimborsi che si riferiscono a documenti intestati direttamente all’azienda, come le fatture per i costi sostenuti dal lavoratore in nome e per conto del datore di lavoro;
- valore dei buoni pasto, dell’indennità di mensa o dell’indennità sostitutiva di mensa; qui la Guida ai buoni pasto;
- premi di produzione e incentivi di diversa natura;
- bonus Irpef: si tratta del cosiddetto bonus Renzi da 80 euro al mese;
- arretrati;
- retribuzione in natura: va indicato il suo controvalore in denaro soltanto se fa parte dell’imponibile fiscale o contributivo;
- Tfr: trattamento di fine rapporto; va indicato come componente positiva soltanto se il dipendente lo percepisce assieme alla mensilità cui si riferisce il cedolino, quindi nel caso in cui il rapporto di lavoro sia cessato, o spetti un’anticipazione.
Per ogni voce che compone la busta paga sono indicati, oltre al codice identificativo ed alla descrizione:
- la quantità (mesi, giorni, ore, unità differenti);
- l’importo base.
Trattenute indicate nella busta paga
Nella busta paga sono indicate anche tutte le componenti negative, cioè le trattenute subite dal dipendente:
- trattenute per giorni di assenza: ad esempio, per sciopero o assenze ingiustificate;
- trattenute per l’erogazione, nei periodi paga precedenti, d’importi non spettanti, o per la restituzione di indebiti in generale;
- trattenute giornaliere per incumulabilità con la pensione dello stipendio (la retribuzione normalmente è cumulabile con le pensioni dirette: fanno eccezione gli assegni d’invalidità ed alcune tipologie di trattamento);
- contributi previdenziali e assistenziali a carico del dipendente;
- altri contributi trattenuti al lavoratore, come quelli a favore del sindacato o del fondo sanitario;
- trattenute Irpef: possono essere correnti, cioè applicate sulla base dell’imponibile fiscale del periodo paga, derivanti da conguaglio (di fine anno o al termine del rapporto) o dal modello 730;
- tassazione separata: questa tassazione si applica su alcune componenti positive ella busta paga, come il Tfr o gli arretrati;
- rate dell’addizionale regionale all’Irpef a saldo;
- rate dell’addizionale comunale all’Irpef, in acconto o a saldo;
- trattenute per cessione o pignoramento del quinto dello stipendio;
- trattenute per sanzioni disciplinari applicate dal datore di lavoro.
Dati degli assegni familiari
Nella parte inferiore della busta paga, sono solitamente esposti i dettagli relativi alla liquidazione degli Anf, gli assegni al nucleo familiare:
- tabella a cui appartiene il nucleo familiare, secondo la composizione;
- classe del nucleo familiare: varia in base al reddito;
- numero componenti del nucleo;
- eventuali giorni di spettanza degli assegni, se gli Anf non spettano per l’intera mensilità;
- assegno corrisposto nel periodo di paga;
- eventuali Anf arretrati;
- eventuali Anf non spettanti recuperati.
Dati relativi al Tfr
Nel cedolino paga, normalmente nella parte inferiore, sono anche indicati i dati relativi al Tfr, il trattamento di fine rapporto, che matura mensilmente e può essere accantonato in azienda, presso un fondo di previdenza complementare o presso il fondo di tesoreria dell’Inps; alcuni contratti collettivi consentono la liquidazione periodica al dipendente di una sua parte:
- ore/giorni accantonamento Tfr: indica il periodo sulla cui base è determinato il Tfr da accantonare;
- retribuzione utile Tfr: indica la retribuzione sulla cui base calcolare il rateo Tfr maturato nel periodo di paga;
- Tfr maturato nel mese;
- Tfr maturato nell’anno;
- Tfr conferito al Fondo di Tesoreria dell’Inps (per le aziende con oltre 50 dipendenti);
- Tfr conferito alla previdenza complementare;
- fondo Tfr al 31 dicembre dell’anno precedente;
- rivalutazione del Tfr;
- quota annua del TFR;
- fondo Tfr accantonato in azienda.
Dati contributivi
Tra i dati previdenziali e assicurativi, nel cedolino sono indicati:
- imponibile Inps del mese: si tratta della retribuzione sulla cui base sono calcolati i contributi previdenziali;
- aliquota applicata: si tratta della percentuale da applicare all’imponibile per determinare i contributi Inps dovuti;
- contributi trattenuti al dipendente;
- imponibile Inps totale dell’anno;
- imponibile Inail: si tratta della retribuzione sulla cui base sono calcolati i premi dovuti all’Inail per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali; i premi non sono trattenuti al dipendente, ma sono interamente a carico dell’azienda.
Dati fiscali
Per quanto riguarda i dati fiscali, cioè relativi alla determinazione delle imposte dovute dal dipendente e trattenute in busta paga, nel cedolino sono indicati:
- imponibile fiscale o Irpef: normalmente coincide con la retribuzione mensile del lavoratore al netto dei contributi previdenziali; nel cedolino è indicato l’imponibile Irpef del periodo di paga e dell’anno (imponibile progressivo Irpef);
- imposta lorda: si tratta dell’Irpef calcolata sull’imponibile fiscale del periodo paga, sulla base delle aliquote e degli scaglioni previsti dalla legge;
- detrazione per redditi di lavoro dipendente, mensile e annua;
- detrazione per coniuge a carico, mensile e annua;
- detrazione per figli a carico, mensile e annua;
- detrazione famiglie numerose, mensile e annua;
- altre detrazioni. mensili e annue;
- totale delle detrazioni applicate nel mese e nell’anno: ricordiamo che le detrazioni consistono in un importo che si sottrae dall’Irpef lorda;
- Irpef netta, mensile e annua (Irpef lorda diminuita delle detrazioni); imponibile progressivo Irpef, imponibile mensile Irpef, tot. imponibile annuo Irpef;
- addizionale regionale a saldo trattenuta nel mese: l’addizionale regionale è calcolata normalmente in occasione del conguaglio di fine anno e trattenuta a saldo nell’anno successivo, in 11 rate sino a novembre;
- addizionale regionale a saldo trattenuta nell’anno;
- addizionale regionale debito residuo: è indicato l’importo dell’addizionale ancora da saldare;
- addizionale comunale a saldo trattenuta nel mese: l’addizionale comunale è calcolata normalmente in occasione del conguaglio di fine anno e trattenuta a saldo nell’anno successivo, in 11 rate sino a novembre;
- addizionale comunale a saldo trattenuta nell’anno;
- addizionale comunale debito residuo: è indicato l’importo dell’addizionale ancora da saldare;
- addizionale comunale in acconto: è addebitata in 9 rate, a partire dal mese di marzo;
- acconto addizionale comunale trattenuto nell’anno;
- acconto addizionale comunale debito residuo.
Dati relativi alle ferie e ai permessi
Solitamente, nel cedolino paga è indicato il riepilogo delle ferie e dei permessi spettanti:
- ferie residue dagli anni precedenti: si tratta delle ferie maturate negli anni precedenti e non ancora godute; normalmente le ferie sono indicate in giorni, ma possono essere indicate anche in ore;
- rateo ferie maturato nell’anno;
- ferie godute nell’anno;
- ferie residue relative all’anno in corso;
- permessi, ROL, banca ore/flessibilità, ex festività, riposi:
- maturati negli anni precedenti e non goduti/ non liquidati;
- maturati nell’anno;
- goduti nell’anno;
- residui relativi all’anno in corso.
Come si arriva al netto in busta paga?
Il netto corrisposto al lavoratore è solitamente indicato nella parte inferiore della busta paga, all’interno della voce «netto in busta».
L’importo si può comunque ricavare sottraendo dal totale delle componenti positive il totale delle componenti negative.
Ma come sapere se il calcolo è corretto?
Bisogna tener presente che, per arrivare al netto in busta, nella generalità dei casi devono essere effettuati i seguenti passaggi:
L’importo si può comunque ricavare sottraendo dal totale delle componenti positive il totale delle componenti negative.
Ma come sapere se il calcolo è corretto?
Bisogna tener presente che, per arrivare al netto in busta, nella generalità dei casi devono essere effettuati i seguenti passaggi:
- determinare l’imponibile previdenziale, escludendo dal calcolo eventuali importi della retribuzione esenti;
- calcolare i contributi previdenziali dovuti;
- sottrarre dall’imponibile previdenziale l’importo dei contributi previdenziali a carico del dipendente;
- aggiungere all’importo così ottenuto eventuali componenti non imponibili Inps ma imponibili fiscalmente (ad esempio l’indennità di malattia erogata dall’Inps, che è tassata, anche se sul suo importo non sono dovuti contributi); quindi:
- imponibile fiscale = (imponibile previdenziale – contributi a carico del dipendente) + eventuali importi solo imponibili fiscalmente;
- calcolare l’imposta lorda dovuta sull’imponibile fiscale; si deve in pratica determinare l’Irpef, sulla base delle aliquote e degli scaglioni di reddito previsti;
- calcolare le detrazioni eventualmente spettanti;
- calcolare l’imposta netta sottraendo le detrazioni dall’imposta lorda;
- sottrarre l’imposta netta dall’imponibile fiscale;
- sottrarre ulteriori ritenute (addizionali, restituzione indebiti, cessione del quinto, pignoramento…);
- aggiungere eventuali importi che non fanno parte dell’imponibile fiscale e previdenziale, come il bonus Renzi;
- si arriva così al netto in busta.
FONTE: LALEGGEPERTUTTI.IT